giovedì 23 ottobre 2014

Pronti per Lucca 2014, o quasi

Non ho scritto che uno scarno post finora qui, perché non ero sicuro di riuscire a terminare in tempo: la scorsa domenica notte ho consegnato il pdf per la stampa del mio nuovo fumetto, intitolato Deriva.

Sicuramente ho battuto il mio record di produttività, non ero mai riuscito prima a realizzare così tante pagine in poco tempo, 3 settimane per la precisione. L'albo avrà 36 pagine di cui 32 a fumetti, tre quarti delle quali ultimate appunto nelle scorse tre settimane. Ringrazio Emiliano e Tullio che mi hanno dato una mano in questo periodo a realizzare la colorazione di base dei personaggi di alcune pagine.

Ora la lotta contro il tempo cambia scenario e, dal mio desktop, si sposta in tipografia.

Intanto, scrivo qualche anticipazione e retroscena sulla storia. Parecchi mesi fa è stata data la notizia di una nave alla deriva, chiamata Lyubov Orlova. La storia è riassunta qui, su Wikipedia. Da notare che la notizia è stata poi smentita da alcune fonti. La scintilla iniziale nasce da lì, come spesso accade le mie storie derivano da qualche suggestione relativa a un'ambientazione o a un'atmosfera. Il fatto è che ci vuole un tema e un motivo per scrivere un fumetto. Rispetto al passato cercavo anche una storia più matura e drammatica (segno dei tempi?).
Applicando qualche trucchetto del mestiere, cioè scrivendo una lista di associazioni mentali con il tema nave, fra le più disparate, e combinandole fra loro, lo spunto iniziale si è combinato con altri due: un vecchio mezzo sovietico chiamato ecranoplano (o più suggestivamente Mostro del Mar Caspio) e la vicenda di un gruppo di giovani eco-terroristi.
Ho noleggiato il film The East (mi interessavano soprattutto i dialoghi e l'aspetto dei protagonisti) e mi sono documentato tramite internet sul fenomeno dell'eco-terrorismo.
Ne è uscita una storia di cui, strada facendo, ho capito le motivazioni. Ho dovuto superare la crisi che si riassume con: "OK, ti piace disegnare, ma forse dovresti cercare un motivo meno pretestuoso per farlo, se non hai qualcosa che meriti di essere raccontato è meglio lasciar stare" e anche: "Quanti altri hanno scritto prima di te storie che combinano temi simili?"; per finire con: "Ci vuole uno stile adatto, nei dialoghi e anche nella rappresentazione, quello che vorresti raccontare non ti appartiene perciò ti manca il linguaggio testuale e visivo per trattarlo".
Mentre mi ponevo questi interrogativi, ho riflettuto sul rapporto uomo-natura: spesso diciamo che l'uomo devasta la natura con lo sfruttamento incondizionato delle risorse del pianeta e molte volte diciamo anche che la Natura "si ribella" all'antropizzazione determinando vari tipi di catastrofi naturali che sembrano cancellare l'impronta dell'uomo. Lo diciamo e lo sentiamo dire moltissime volte. Collettivamente riusciamo a invertire il processo? Singolarmente possiamo cambiare le cose? Concretamente qual è il risultato delle azioni dell'uomo: oltre le parole, i fatti come si interpretano e cosa dimostrano? C'è chi combatte con metodi anche violenti la tendenza (deriva) dell'uomo alla mutazione dell'ecosistema: questi segni di rottura a cosa mirano e a cosa portano? Possiamo davvero invertire la tendenza oppure non c'è alcuna tendenza da invertire? Perché i dinosauri si sono estinti? HA HA, sto scherzando. Credo che alla fine la storia dimostri solo il mio amore per la natura, pur toccando questi temi. Non c'è una risposta ispiratrice nel racconto, non c'è un monito, ma la rappresentazione di un'azione concreta dell'Uomo e di un'azione concreta della Natura: i fatti che si affermano con la loro cruda realtà sulle mille parole che alimentano il rumore di fondo.
Quanto agli atri due interrogativi, l'originalità e l'adeguatezza dello stile, ho lasciato cadere il primo (nel "villaggio globale" le nostre menti sono come collegate, basta variare il dosaggio degli ingredienti e la torta avrà un sapore diverso) e ho smesso di cercare il secondo (è la storia che determina lo stile, se capisci perché la stai raccontando).

Ora, attendiamo con trepidazione la magia del tipografo.



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