Cresciuta, ma ancora in sviluppo: impressioni da Mantova Comics 2011

Non é stata la miglior Mantova comics. Semplicemente non dovrebbe succedere di fare la fila allo sportello accrediti per sentirti dire, alla fine, che invece funziona da cassa e che ti devi spostare allo sportello di fianco, senza l'addetto. E mentre aspetti, che ti dicano pure che dovevi arrivare prima, sabato dopo le 10...
Parliamo dell'area dediche, detta "signing". Non si era capito come mai, per i disegnatori ospiti meno noti, non era stato definito un programma di presenza. "Sarà definito giorno per giorno in base alla disponibilità", la risposta. Invece no, niente calendario, ma soprattutto uno spazio-ghetto senza il tavolo per disegnare, diametralmente opposto a quello dove dedicavano gli autori famosi, saparato da questo grazie a un palco e a un bar, buio, non gestito, costellato di tavolini dove i ragazzi si fermavano per riposarsi o mangiare un boccone. Peccato: il contesto era veramente gradevole e poteva essere meglio valorizzato.
Ho sentito diverse persone, fra il pubblico pagante, lamentarsi perché, una volta all'interno, non era più possibile uscire e rientrare senza pagare ancora.
Vogliamo parlare della coda al bagno? All'interno ne ho visto uno solo, gli altri ai piani superiori erano chiusi, sabato mattina, ma ce n'era uno nascosto subito fuori dal Palabam, all'interno del cortile.
Incontri con gli editor: le solite attese lunghissime, ma addetti gentili e disponibili.
Piacevole lo spazio foyer, ovvero il già citato palchetto, con la possibilià di disegnare e proiettare su alcuni monitor. Eccoci qui durante la presentazione delle pubblicazioni del Cfapaz: un Ginevra umbratile e una Francy effervescente.
Grazie a tutti gli amici che erano e sono passati allo stand!