venerdì 8 ottobre 2010

Diario dell'Amazzonia


Conosco Claudio Arisi, ma non le fonti alle quali si é ispirato: un report di Hamilton Morris dal titolo ''The Sapo Diaries'', realizzato per VBS.TV e pubblicato nel maggio 2009 su Vice Magazine; e ancora ''Cuore di Tenebra'' di Joseph Conrad e il brano ''Child in Time'' dei Deep Purple.
Le tavole sono frutto della rielaborazione del lavoro fatto durante una ventiquattr'ore di fumetti.
Cosa vuol dirci Claudio con questa storia?
Un viaggio in una regione dove la forza della natura prevarica l'uomo, fino a fargli dimenticare sé stesso, lasciandolo preda dei suoi bisogni primari e delle proprie allucinazioni.
Un viaggio apparentemente senza un motivo razionale. Un percorso che porta il protagonista fuori dalla civiltà - una civiltà di confine - giù nel cuore oscuro della Natura e finalmente indietro alla civiltà di confine, dove il vuoto dei ricordi e della ragione é riempito dal conforto ingannevole del gelato alla gomma, fatto di vera gomma da masticare. Dopo un'esperienza così non si salva nulla del protagonista, non i ricordi, non la ragione, non i valori, non le consuetudini. Il pieno della Natura là fuori, orrida e vitale, e il vuoto dell'uomo svuotato di sé.
Verrebbe da dire che questo é un diario disperato. Però, nel momento di massima alienazione, oltre ai bisogni elementari, affiora il senso di pietà di fronte alla sofferenza di un altro uomo ancora più disperato e alienato. La meta del viaggio in Amazzonia é proprio questa, ma il ritorno riporta ad un'umanità di periferia.
Alla fine, questa é una storia che ha la stessa presa di un'esperienza negativa ma utile. Ha il pregio di raccontare con il fascino dei disegni e delle parole un percorso faticoso di ricerca dell'umano. Un percorso irrisolto e perciò... estremamante umano!

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